Domanda

Come si fa a diventare gestore di un impianto sportivo comunale?

Risposta

Gli impianti sportivi comunali ricadono nel regime giuridico di beni patrimoniali indisponibili. Come tali sono destinati a soddisfare esigenze di interesse pubblico. (vedi art. 826 Codice Civile).

La Pubblica Amministrazione ha l’obbligo di fornire alla cittadinanza determinati servizi, tra i quali rientrano quelli attinenti allo sport, e ciò anche in tema di tutela della salute pubblica.

La Pubblica Amministrazione può fornire ai cittadini il servizio di gestione di un impianto sportivo in maniera diretta, cioè con proprio personale dipendente, o tramite affidamento a terzi.

La norma di riferimento è il Codice dei Contratti Pubblici in quanto il servizio di gestione di impianti sportivi rientra nell’allegato IX al D.Lgs. 50/2016 e reca come CPV il codice 92610000-0 (Delibera ANAC n. 1300 del 14 dicembre 2016).

L’affidamento a terzi può quindi essere di due tipi:

1.         nel caso di impianti sportivi “privi di rilevanza economica” si procederà ad un affidamento di appalto di servizi (ciò significa che la P.A. incasserà direttamente le tariffe da parte degli utenti e pagherà l’operatore economico indipendentemente dalle tariffe incassate; rimarrà responsabile per danni a cose e persone). La durata dell’appalto dipende dalla disponibilità economica dell’ente pubblico appaltatore;

2.         nel caso di impianti sportivi “di rilevanza economica” si procederà ad un affidamento di concessione di servizi (l’operatore economico incasserà le tariffe stabilite dalla P.A. direttamente dagli utenti; pagherà un canone di concessione alla P.A.; si accollerà il rischio operativo). La durata della concessione dipende dal valore stimato della concessione ed è commisurata al tempo di rientro dell’investimento ed alla giusta remunerazione del capitale investito.

In conclusione, per diventare gestore di un impianto sportivo occorre partecipare ad uno degli “avvisi pubblici” periodicamente pubblicati dalla P.A.. 

 

Domanda

Quando devono essere pubblicati gli avvisi pubblici da parte della Pubblica Amministrazione?

Risposta

La programmazione degli enti pubblici relativamente all’acquisizione di servizi è biennale, mentre per i lavori è triennale.

Considerando che la durata di una concessione, salvo rarissimi casi, è prefissata e non rinnovabile, è agevole sia per gli operatori economici che per la Pubblica Amministrazione programmare le proprie attività.

Nel caso in cui l’impianto sportivo necessiti di lavori prima dell’avvio della gestione, la P.A. potrà procedere all’affidamento di una “concessione mista” di lavori e servizi (nel caso in cui l’importo dei lavori sia maggiore rispetto al valore della concessione) o di servizi e lavori (nel caso in cui l’importo dei lavori sia minore rispetto al valore della concessione).

In questo caso l’operatore economico dovrà possedere oltre ai requisiti richiesti dal bando di gara anche i requisiti di legge per l’esecuzione di lavori pubblici.

Essendo in presenza di lavori la programmazione dell’ente pubblico è triennale ed il livello progettuale a corredo del bando di gara è “esecutivo”.

Nel caso in cui la P.A. non fosse in condizione di svolgere autonomamente le tre fasi progettuali (progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto definitivo, progetto esecutivo) dovrà prevedere l’acquisizione di “servizi di ingegneria ed architettura” mediante apposito avviso pubblico soggetto a programmazione biennale.

 

Domanda

Quali lavori può effettuare il concessionario all’interno dell’impianto sportivo?

Risposta

Essendo l’impianto sportivo un immobile pubblico la disciplina edilizia applicabile è quella dei lavori pubblici.

Pertanto, potranno essere effettuati esclusivamente i lavori previsti nel progetto approvato ed oggetto di bando di gara per la concessione mista.

Nel caso di concessione di servizi gli unici lavori che possono essere realizzati sono quelli previsti nel contratto, e che riguardano la manutenzione programmata. Tali lavori dovranno essere eseguiti da soggetti qualificati sotto la piena responsabilità del concessionario e comunicati al concedente per l’attività di vigilanza sul contratto.

Non si applicano agli immobili pubblici le procedure autorizzative previste dal Titolo II del Testo unico per l’edilizia D.P.R. 380/01 e s.m.i. (CIL, CILA, SCIA, Permesso di costruire).

 

Domanda

Entro quali termini la P.A. deve rispondere alle istanze del concessionario relativamente alla modifica del contratto?

Risposta

Ferme restando le responsabilità del Direttore del contratto nominato dal Responsabile Unico del Procedimento, non trovano applicazione i termini previsti dalla Legge 241/90 e s.m.i. per fornire una risposta al concessionario. Non ci si trova infatti nell’ambito di un rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione, bensì in un rapporto tra due parti contrattuali che agiscono nell’ambito del diritto privato.

 

Domanda

Quali sono i compiti del Responsabile Unico del Procedimento?

Risposta

Il Responsabile Unico del Procedimento è un funzionario della Pubblica Amministrazione nominato con apposito provvedimento ed incaricato di provvedere a tutti gli aspetti inerenti la singola procedura di appalto o di concessione, dalla fase di Programmazione, durante le fasi di Progettazione, Affidamento, Costruzione ed Esecuzione.

I compiti sono elencati all’art. 31 del Codice dei Contratti Pubblici e sono oggetto delle Linee Guida ANAC n. 3.

 

Domanda

Si possono installare strutture precarie temporanee (gazebi, palloni pressostatici, strutture tensostatiche) presso gli impianti sportivi comunali?

Risposta

Si, previa autorizzazione del concedente.

Affinché un’opera possa essere definita “precaria” debbono essere presenti i requisiti fondamentali della temporalità limitata e della specificità (Consiglio di Stato n. 2842 del 3 giugno 2014).

La temporaneità non può superare i 90 giorni.

Si precisa che:

-     i manufatti che non sono precari, ma sono “funzionali a soddisfare esigenze permanenti”, devono essere considerati idonei ad alterare lo stato dei luoghi (con annesso carico urbanistico) non venendo in rilievo in tal caso “la precarietà strutturale del manufatto, la rimovibilità della struttura e l’assenza di opere murarie”;

-     le opere aventi carattere stagionale, quando sono orientate alla soddisfazione di interessi permanenti nel tempo, debbono essere equiparate alle “nuove costruzioni”: in tale direzione è pertanto necessario che queste ultime vengano autorizzate attraverso permesso di costruire.

Nei casi di norme regionali che estendono il concetto di temporaneità e precarietà, stravolgendo la suddivisione astronomica delle stagioni e consentendo di “coprire temporaneamente” per tre quarti dell’anno un’area scoperta, si suggerisce di approfondire i principi di gerarchia delle fonti di diritto.

In ogni caso si ribadisce che l’autorizzazione deve essere rilasciata dal concedente e non si applicano agli immobili pubblici le procedure autorizzative previste dal Titolo II del Testo unico per l’edilizia D.P.R. 380/01 e s.m.i. (CIL, CILA, SCIA, Permesso di costruire).

 

Domanda

Qual è la categoria catastale di un impianto sportivo comunale gestito da un’associazione senza fine di lucro?

Risposta

Nell’attribuzione della corretta categoria catastale di un immobile non rileva la qualità dell’occupante, bensì le caratteristiche proprie dell’immobile.

Agli impianti sportivi è applicabile la categoria catastale D6 anche se affidati a soggetti “senza fine di lucro”.

La categoria C4 è attribuibile agli spazi per attività sportiva che si trovano all’interno di una maggior consistenza con destinazione diversa (es. una palestra all’interno di una scuola).